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Alla scoperta di San Salvatore di Sinis

Borgata di origine medievale, deve il suo nome all’omonima chiesa situata al centro del paese, nel cui sotterraneo si trova un antico santuario pagano di origine nuragica, incentrato sul culto delle acque. In particolare, l’ipogeo risulta molto interessante in quanto testimonianza di diverse sovrapposizioni religiose: origine nuragica, poi tempio per le divinità romane, su una parete vi è un’iscrizione in arabo, un’invocazione ad  Allah, probabile resto di qualche assalto riuscito da parte di predoni islamici in epoca medievale.

Il soffitto del pozzo sacro giace al di sotto del livello del mare ed è collegato da una fessurazione luminosa al pavimento dell’edificio cristiano, che fu ricostruito sopra di esso e in dimensioni più piccole di quelle del tempio nuragico originale.

Numerosi i graffiti, rarissime testimonianze della vita quotidiana in epoca romana: scene di un ippodromo, disegni di scarsissima qualità di animali e altri invece di pregevole fattura, lettere dell’alfabeto greco, forse testimonianze di esercitazioni di scrittura.

Sul luogo sono presenti delle piccole abitazioni rurali (dette “cumbessias”) edificate verso la fine del XVII secolo e utilizzate dai proprietari in particolar modo durante le novene dedicate a San Salvatore.

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