

FORTE DI BARD – Ivrea (TO) – 54 / 380
(in maiuscolo uso indicare la meta, dietro underscore la località di partenza – km / dislivello)
Considerando l’accorciarsi delle giornate, anche le nostre mete si stanno facendo più prossime.
La gita che propongo è “per tutti”, ma non per questo priva di quelle attrattive che la fanno restare nella memoria.
Partenza oggi dalla città di Ivrea, elegante e operoso centro che dista una cinquantina di km a nord del capoluogo piemontese. La città diede i natali all’ing. Adriano Olivetti, che legò il suo nome alla prima macchina da scrivere portatile ed all’industria dei primi computer italiani, ma che soprattutto è passato alla storia come uno dei primi industriali illuminati, attento ai bisogni dei suoi operai. Il castello degli Arduino e parte del centro storico sono di impianto medievale, attorniati da piazze e corsi eleganti. Da non perdere il Lago Sirio, perla balneabile incastonata tra le morene di glaciale memoria.
Si pedala verso nord quasi subito su una pista sterrata facile, con lo sguardo verso le montagne della vicina Valle d’Aosta. Tra la Dora (la Baltea, non la Riparia, che scende dalla Val di Susa) e l’autostrada, troviamo solo campi e piccoli borghi agricoli, chiesette antiche, vigneti dai caratteristici piloncini. Passati per Baio Dora, Quassolo e Tavagnasco, a Quincinetto finisce il Piemonte. La parrocchiale di San Salvatore è in corso di restauro, ma fa già capire che la via è stata da sempre molto battuta dalle genti della valle e da quelle forestiere che scendevano a commerciare. A ridosso c’è la cappella della Confraternita di Santa Marta. Il borgo vecchio è selciato, tortuoso (per ostacolare il vento di valle), pare fermo nel tempo.
Si entra in Valle d’Aosta salutati dalle miriadi di colonnine che reggono i vigneti del vino carema, addossati così come le casette ai massi che accumulano il calore del sole. (Addentrarsi tra le stradelle dei vigneti di Settimo Vittone è una gita nella gita, consigliatissima, ma va fatta a piedi.)
Arrivati a Pont-St.Martin vale la pena lasciare la statale per ammirare il centro storico ed il ponte medievale, sotto lo sguardo di un castello diroccato.
Ormai la meta è vicina e si pedala convinti di arrivare presto, senza più sorprese e attrazioni. Invece….
Invece, a Donnaz, conviene abbandonare la strada all’altezza del Municipio e spostarsi sulla parallela interna. In poche pedalate essa conduce sui resti della antica Via delle Gallie, un’opera di epoca romana, praticamente intatta, pedalabile per un breve tratto, tra vestigia di colonne e i solchi delle ruote ferrate dei carri di duemila anni fa. Emozionante a dir poco.
La vallata ora si stringe. Il posto ideale per erigere una fortezza.
Il Forte di Bard è una delle fortezze di sbarramento ottocentesche meglio conservate, con i suoi tre imponenti corpi di fabbrica su tre livelli distinti. Oggi è una sede richiestissima di mostre e rappresentazioni. Da tenere presente che nella sua stretta, la Valle regala poche ore di luce. L’abitato di Hone, adiacente al forte, nella stagione invernale ti lascia al gelo poco dopo le ore 13.
Meglio riguadagnare il fondo valle e la sua calda luce, pedalando ora in leggera discesa. Per tornare ad Ivrea, consiglio sempre la destra orografica della Dora lungo la SP69 dell’andata, rispetto alla SS26 più trafficata.

PAOLO
PIEMONTE - TORINO